Chianti vino dé Medici

vino chianti

Il Chianti vino ha una sua nobile alterigia, che si sposa perfettamente con le migliori ricette di cucina.

Anche in questo caso molto si deve alla famiglia dei Medici, che dette un grande impulso allo sviluppo dell’agricoltura. Già nella seconda metà del Quattrocento, Lorenzo dei Medici, nel Simposio e nella Canzone di Bacco, illustra un clima popolaresco, dove il vino è l’essenza di un teatro di arguzie e banalità, al limite grottesco. Fu dunque, il vino per i Medici, già mercanti e banchieri, un bene ed un dono, fu alimento, merce e simbolo.

E secondo la tradizione, già ai tempi di Cosimo I il vino preferito dalla famiglia Medici era proprio questo proveniente dalle terre del Chianti!

Non era tuttavia un gran vino quello che i fiorentini bevevano al tempo dei Medici. D’altronde, il Montaigne, nel suo saggio sull’ubriachezza, sostiene che per essere dei buoni bevitori non bisogna avere un palato troppo delicato. L’importante è amare il vino. Berlo con serietà, senza tracannarlo. E senza esagerare!

Il Chianti è una delle glorie di Firenze e rispecchia il vero carattere della città: asciutto e severo, nemico delle sdolcinature, ricco di spirito, di humour pungente: ma guardingo.

E’ un vino speciale da abbinare a ricette di cucina toscana (e non solo).

Il Chianti sembra un vino semplice, facile da bere, da capire.

Dice Geno Pampaloni, il critico letterario nato in Maremma ma di civiltà fiorentina: “Il Chianti è un vino che incute rispetto. Ci vuole una certa frequentazione perché dia confidenza. È un vino intimamente fiorentino, anche se in parte nasce nel Senese. Sa di case-torri medioevali, di mura merlate, di pietra serena o addirittura basaltina”.

I patrizi fiorentini vivevano di commercio, facevano i banchieri,esportavano i tessuti pregiati, broccati, velluti, ma tutti quanti commerciavano il vino delle loro terre. Molti dei loro palazzi hanno ancora le finestrelle, oggi ovviamente murate, per la vendita al dettaglio del vino.

Gli Antinori imbarcavano già il loro Vermiglio nel porto pisano verso la fine del Trecento. I Frescobaldi, banchieri della casa reale britannica, podestà, poeti e musici, nel 1380 con i profitti del vino crearono la villa Montecastello, sopra Empoli.